|
La Dott. Alessandra Giuffrida, laureata in Scienza della comunicazione nell'Anno Accademico 2008-2009,
ha redatto la propria Tesi di Laurea dal titolo: "GIORGIO RIGON E L'ESTETICA DELL'ISTANTE". La Tesi è ricca di fotografie
di Rigon corredate, ciascuna,
da lettura critica approfondita, dalla biografia dettagliata, da una intervista
all'Autore e da un ampio capitolo dal titolo: "Studio della sensualità in uno scatto -
Giorgio Rigon e i suoi "Oggetti d'Affezione".
(clik per aprire ampio stralcio della tesi)
|
|
|
Al di fuori dell’iconografia ufficiale e della storiografia, ho voluto creare un archivio d’immagini fotografiche raccogliendo, ad iniziare dall’anno 1985, fotografie per lo più inedite della Campagna di Russia (1942/43), con la collaborazione di molti ex combattenti.
Si tratta di fotografie scattate da alcuni ufficiali e da molti soldati durante le diverse fasi della Campagna, immagini spontanee, suggerite dalla sensibilità individuale e dalle suggestioni del momento.
N’è scaturita una raccolta che consente di formulare alcune considerazioni sulle vicende storiche "viste dal basso", da combattenti che, obbedendo agli ordini, hanno operato rimanendo per lo più all’oscuro di quanto stava avvenendo sul piano tattico e strategico, hanno profuso atti di suprema generosità
offrendo innumerevoli testimonianze d’amore per la Patria.
Con l’archivio così costituito, è stata allestita una mostra itinerante e, per volontà dello Stato Maggiore dell’Esercito, mi è
stato possibile pubblicare, nel 1991,
questo volume, edito dal Comando della Brigata Alpina Tridentina.
(oggi la tiratura della prima edizione è esaurita, ma ho provveduto a
realizzare la seconda edizione, aggiornata con le ultime acquisizioni,
disponibile nella sola versione
digitale su CD, distribuibile su richiesta - e mail gi.rigon@virgilio.it
).
|
|
|
Giorgio Rigon è stato nominato Autore dell'anno per il 2004. La Federazione rende merito al fotografo che ha sempre operato coerentemente con il pensiero estetico contemporaneo, un autore che, intento a soddisfare le proprie esigenze espressive, ha saputo utilizzare svariati processi linguistici senza per questo mai rinunciare alla specifica identità e all’effettiva autonomia della fotografia. La sua opera, caratterizzata da una costante ricerca di sintesi e da una rigorosa sobrietà di segni, rappresenta una simbologia idealizzata assolutamente originale, unica nel panorama fotografico italiano. La bellezza, ed in particolare la femminilità, ha sempre attratto Rigon. Quel qualcosa di incantevole e di armonico che lo attira, esiste in tutte le foto, e c'è anche quel mistero dell’aura, che è quel qualcosa di unico a livello di sensazione che la fotografia d’autore offre.
|
|
|
Nel 1988, nella ricorrenza del 150° anniversario
dell'inaugurazione della Fortezza asburgica, lo Stato Maggiore dell'Esercito
autorizzò la ripresa, da parte dell'allora Col. Giorgio Rigon,
responsabile del Servizio Informazioni Operativo, di fotografie all'esterno
ed all'interno del manufatto. La Fortezza, infatti, era adibita a deposito
munizioni e ne era rigorosamente interdetto l'accesso da parte di estranei
al servizio di guardia.
Lo scopo era quello di fare conoscere le bellezze architettoniche alle Comunità
civili di Fortezza, di Bressanone e di Vipiteno sui cui territori insiste
il grandioso manufatto.
Oltre ad una mostra fotografica, tuttora itinerante,
è stato realizzato questo libro fotografico ed to dalla B. Tridentina.
|
|
|
La Fortezza di Francesco 1°, anche sotto il profilo delle memorie, è del tutto singolare. A fronte di un poderoso capitale di atti storici, diligentemente custoditi nell'Österreichisches Steatsarchiv-Kriegsarchiv di Vienna, e di una ormai ricca serie di monografie che ne documentano le caratteristiche tecnico-costruttive, il complesso fortificato è privo di quella particolare categoria di conoscenze affidate alla memoria dell'uomo. In effetti, una collettività, per conservare la memoria del vissuto e per tramandarla, deve poter vedere, toccare, raffrontare cose ed esperienze, lavorare di fantasia, ma sempre su elementi visibili e palpabili e, sotto questo aspetto, la Fortezza, al di fuori della propria immagine esteriore, ha sempre celato gli aspetti visuali del proprio interno, soprattutto da quando fu declassata a deposito.
|
|